GANSER, SINDROME DI o SIMULAZIONE DELLA MALATTIA MENTALE. Stato crepuscolare isterico, durante il quale il detenuto cerca di ...
GANSER, SINDROME DI o SIMULAZIONE DELLA MALATTIA MENTALE. Stato crepuscolare isterico, durante il quale il detenuto cerca di recitare, più o meno consapevolmente, la parte del malato di mente, in conformità a quello che egli ha imparato o ritiene essere la malattia mentale. Tale sindrome è classificata tra le sindromi dissociative (o da conversione).
Fonte: Ugo Fornari, Trattato di Psichiatria Forense, 2004. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)
GANSER, SINDROME DI o SIMULAZIONE DELLA MALATTIA MENTALE. Caratteristica dell’ambiente penitenziario, che soprattutto si manifesta in soggetti non ancora condannati ma sottoposti a procedimento giudiziario: in questa fase, l’imputato può avere interesse a venire considerato infermo di mente per sottrarsi al proprio destino giudiziario. Si tratta di forme di tipo isterico, nelle quali pertanto il limite con la simulazione è spesso ambiguo. Sono condizioni in cui, in personalità per lo più povere, grossolane e intellettivamente carenti, il proposito di ottenere un beneficio mette in moto un meccanismo di reazione isterica che, in un secondo momento, procede per conto proprio e diremmo così prende la mano a chi l’aveva iniziato con intenti almeno in parte di simulazione, talché può risultare poi difficile interromperlo. Costoro riproducono quello che, secondo il loro convincimento di profani, dovrebbe essere il comportamento di un infermo di mente. Il soggetto si sforza pertanto di “fare il matto” e ritiene di raggiungere lo scopo comportandosi in ogni occasione al contrario di come si comporterebbe il sano: afferma di non sapere il proprio nome, di non sapere dove si trova , sbaglia i più semplici calcoli aritmetici, dice che è notte quand’è giorno, afferra il coltello dalla parte della lama, dice che la neve è nera, e fornisce simili “risposte di traverso”, cioè risposte a rovescio, ma sempre in relazione all’argomento della domanda.
Fonte: Gianluigi Ponti, Compendio di Criminologia, quarta edizione, 1999. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)