BORDERLINE, DISTURBO DI PERSONALITà. I soggetti con tale disturbo presentano instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore, marcata impulsività con frequente abuso di sostanze illecite, atti autolesionistici ...
BORDERLINE, DISTURBO DI PERSONALITà. I soggetti con tale disturbo presentano instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore, marcata impulsività con frequente abuso di sostanze illecite, atti autolesionistici, guida spericolata, disforia, sentimenti cronici di vuoto, rabbia, ricorrenti scontri fisici, sintomi dissociativi o paranoidei transitori in situazioni di stress. Possono diventare violenti in diverse circostanze, in particolare se sono, o sentono di essere, abbandonati o rifiutati. In altri casi la violenza può essere una manifestazione di instabilità emotiva.
Fonte: Paolo De Pasquali, Serial Killer in Italia, un’analisi psicologica, criminologica, e psichiatrico-forense, 2011. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)
BORDERLINE, DISTURBO DI PERSONALITà. Si caratterizza per una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore e per una marcata impulsività. Quest’ultima si manifesta attraverso almeno due dei seguenti comportamenti potenzialmente dannosi per il soggetto: spendere oltre le proprie capacità finanziarie, promiscuità sessuale, impegnarsi in attività illegali, abusare di sostanze psicoattive, guidare in modo imprudente e spericolato. Spesso il soggetto manifesta rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllarla. Il disturbo borderline di personalità è spesso complicato da altri disturbi psichiatrici: oltre all’alcolismo e alla tossicofilìa, vi possono essere depressione ed ansia. I tentativi di suicidio sono particolarmente frequenti nelle persone affette da questo disturbo e in alcuni casi tali comportamenti auto lesivi, in genere caratterizzati da impulsività e da non del tutto piena determinazione, possono avere esito effettivamente letale. V. anche Personalità, disturbi di.
Fonte: Gianluigi Ponti, Compendio di Criminologia, quarta edizione, 1999. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)