CSC - Centro per gli Studi Criminologici


Titolo : Ossessivo-compulsivo, disturbo (DOC)
Categoria : Dizionario

Intestazione :

OSSESSIVO-COMPULSIVO, DISTURBO (DOC). Il DOC è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono pensieri o immagini ricorrenti o persistenti, vissuti dal soggetto come ...



Testo :

OSSESSIVO-COMPULSIVO, DISTURBO (DOC). Il DOC è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono pensieri o immagini ricorrenti o persistenti, vissuti dal soggetto come intrusivi, che non può espellere, i quali causano ansia e disagio (le ossessioni possono essere pensieri ripetitivi di violenza, come ad es. uccidere il proprio figlioletto); le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un’ossessione, secondo regole che devono essere applicate rigidamente, per prevenire o ridurre il disagio o per prevenire alcuni eventi o situazioni temute. E’ una malattia cronica ad insorgenza giovanile.

Fonte: Paolo De Pasquali, Serial Killer in Italia, un’analisi psicologica, criminologica, e psichiatrico-forense, 2011. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)

 

OSSESSIVO-COMPULSIVO, DISTURBO (DOC). E’ un disturbo tipicamente cronico che si caratterizza per la presenza di ossessioni, che sono pensieri o immagini psichiche che non abbandonano la mente nonostante il soggetto cerchi di liberarsene: le ossessioni hanno un contenuto assurdo, talora blasfemo od osceno, considerato inaccettabile dal soggetto; i pensieri ossessivi sono fastidiosi e irragionevoli, talché il paziente li critica e li vorrebbe scacciare, senza però riuscirvi. Le compulsioni ( o anancasmi) sono impulsi – e non pensieri come le ossessioni – percepiti come estranei che portano il soggetto a compiere gesti e azioni senza significato razionale, ma che sono veri e propri rituali funzionali a evitare l’ansia che insorgerebbe se non venissero compiuti. Le più frequenti compulsioni riguardano la pulizia, il lavarsi continuamente le mani, il collocare oggetti in un certo modo, il dover controllare più volte certe azioni come l’aver chiuso la porta o il gas prima di coricarsi nel timore di aver commesso errori o dimenticanze.

Fonte: Gianluigi Ponti, Compendio di Criminologia, quarta edizione, 1999. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)



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