FRUSTRAZIONE-AGGRESSIONE, TEORIA DELLA. Formulata da J. Dollard (1939): l’emergere di un comportamento aggressivo presupporrebbe sempre l’esistenza di una frustrazione (lo stimolo), ed esso porterebbe sempre a qualche forma di aggressione (la risposta).
FRUSTRAZIONE-AGGRESSIONE, TEORIA DELLA. Formulata da J. Dollard (1939): l’emergere di un comportamento aggressivo presupporrebbe sempre l’esistenza di una frustrazione (lo stimolo), ed esso porterebbe sempre a qualche forma di aggressione (la risposta). Le risposte aggressive sarebbero inoltre costantemente rafforzate dal ripetersi delle frustrazioni; allorquando la legittima aspirazione al successo sociale sia ripetutamente impedita, si realizzano le condotte antisociali, che rappresentano una inevitabile reazione violenta alla insoddisfatta aspettativa di successo. Quanto più, perciò, una società pone mete complesse, sempre più numerose e senza limiti, come avviene nella società consumistica, tanto più facilmente diverrà arduo il conseguirle e si realizzeranno molte più occasioni di vivere situazioni frustranti. L’aumento di aggressività, e più in generale di criminalità, nella società moderna sarebbe pertanto la conseguenza di sempre maggiori occasioni frustranti, per l’eccesso di stimoli a conseguire mete sempre più alte: le frustrazioni sono perciò di tanto più facile riscontro, quanto più diviene elevato il livello socio-economico di un paese. L’impedimento, temporaneo o definitivo, al raggiungimento di un intento può essere perciò una delle cause della condotta criminosa, che può manifestarsi come aggressività diretta sulla persona, o come aggressività verso la società o violenza nei confronti degli interessi e beni degli altri. Anche la delinquenza è dunque intesa come reazione comportamentale alla frustrazione.
Fonte: Gianluigi Ponti, Compendio di Criminologia, quarta edizione, 1999. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)