CSC - Centro per gli Studi Criminologici


Titolo : Droga
Categoria : Dizionario

Intestazione :

DROGA. Termine comunemente usato per indicare le sostanze psicoattive il cui uso è illecito, o strettamente regolamentato, così come lo sono la loro produzione, il commercio e la distribuzione ...



Testo :

DROGA. Termine comunemente usato per indicare le sostanze psicoattive il cui uso è illecito, o strettamente regolamentato, così come lo sono la loro produzione, il commercio e la distribuzione (“droga” è da considerarsi nell’uso comune ormai sinonimo di “stupefacente”, anche se non tutte le droghe provocano quello stupor da cui deriva il nome). La legge (D.P.R. 5 ottobre 1990, n.309) non definisce che cosa si debba intendere per “stupefacenti”, ma si limita semplicemente a elencare le sostanze che sono sottoposte a particolare disciplina e controllo, ripartendole in casi: da quelle comunemente intese come “droghe pesanti” (eroina, morfina e altri derivati dell’oppio, cocaina, amfetamine, allucinogeni), e il cui traffico è più severamente punito; a quelle il cui commercio, produzione e detenzione è sempre proibito (hashish, marijuana, ovvero “droghe leggere”) pur se le pene previste sono inferiori; fino alle sostanze psicoattive che vengono comunemente impiegate a fini terapeutici (psicofarmaci), ma poiché possono comportare dipendenza, vengono sottoposte a regolamentazioni della vendita nelle farmacie. L’uso di queste ultime generalmente non è censurato, ma in quanto possono avere in impiego voluttuario, ed essere usate come sostitutivi degli stupefacenti, le si denominano anche “droga pallida”. La caratteristica fondamentale delle droghe è quella di instaurare un particolare legame con chi ne fa uso, per il quale il consumatore può rimanere vincolato alla sostanza in modo tale da tendere nel tempo a ripeterne l’assunzione, così da riprovarne gli effetti graditi e ricercati. Si parla di dipendenza psichica quando il fenomeno è un semplice fatto mentale, e di dipendenza fisica quando il richiamo della sostanza è dovuto anche a un bisogno organico, poiché essa si inserisce nel metabolismo del soggetto intossicato. […] Inoltre, il coinvolgimento che si instaura fra la droga e colui che ne fa uso può dar luogo a situazioni diverse, con conseguenze sul piano comportamentale, oltre che psichico e organico, estremamente differenti. E’ perciò poco preciso ed equivoco parlare di “drogati” in senso generico, accomunandosi in tale dizione tutti coloro che, a vario titolo e con differenti implicazioni, fanno uso di droghe. In pratica, si adotta abitualmente una classificazione degli assuntori di stupefacenti facendo riferimento a due parametri:

  1. Il tipo di dipendenza instaurata
  2. Il tipo di funzionamento sociale connesso con le peculiarità della dipendenza.

Si distinguono in queste prospettive consumatori, tossicodipendenti e tossicomani (Cancrini, 1973):

  1. Consumatori sono gli individui che usano la droga, qualunque essa sia, saltuariamente o in situazioni eccezionali; oppure anche in modo ripetuto, ma utilizzando dosaggi del tutto innocui e mantenendo sempre la possibilità di interrompere l’assunzione senza risentirne conseguenze. Questa modalità d’uso non comporta in genere significativi disturbo dell’inserimento sociale. In altri termini il consumatore può mantenere il suo status e osservare gli obblighi legati al suo ruolo, che non viene necessariamente modificato per il far uso di droghe più o meno continuativamente; del pari rimangono immutati relazioni e interessi sociali precedenti. Il potersi mantenere nello stato di consumatore dipende da circostanze legate all’individuo. Vi sono soggetti che si avvicinano alle droghe, ma restano poi nei loro confronti relativamente indifferenti o del tutto insensibili; non sono recettivi a subirne il fascino e la suggestione, si mantengono autonomi e fanno uso di esse quando e perché lo vogliono, senza sentirne mai un imperativo bisogno e senza pertanto divenir dipendenti. Molto dipende però anche dalla droga impiegata e dalla sua intrinseca maggior o minore capacità di dar luogo al fenomeno della dipendenza.
  2. Tossicodipendenti (o, con dizione equivalente, farmacodipendenti o semplicemente dipendenti) sono invece coloro nei quali la dipendenza si è instaurata, a cagione del protrarsi dell’uso: costoro hanno la tendenza a continuare ad assumere la sostanza e a procurarsela anche a costo di sacrifici, perché si è in loro creato il “bisogno della droga”. Il farmacodipendente non è più libero, si è in lui innestata la sudditanza psichica e, se la droga è di tipo idoneo, anche la dipendenza fisica. In queste condizioni sono ancora però in atto resistenze da parte dell’individuo, che non è totalmente schiavo della sostanza, tanto che gli è consentito di mantenere gli interessi e i legami sociali suoi propri, e di conservare, anche se con difficoltà, i ruoli dello standard socio-culturale di appartenenza. E’ ancora possibile abbandonare spontaneamente l’uso e vincere la dipendenza, sia pure a prezzo di notevole sforzo.
  3. Tossicomani sono infine quelle persone – quasi esclusivamente assuntori di eroina, più raramente di cocaina, e spesso di entrambe le sostanze – nelle quali per essere diventata la tossicodipendenza particolarmente intensa, l’assunzione di droga è assurta a tale imperatività da diventare l’unica ragione di vita: tutti gli interessi ruotano solo intorno alla droga, ed essa diventa il nucleo fondamentale delle attività, indirizzate esclusivamente a procurarla, e con qualsiasi mezzo. Vengono a perdere significato tutti i valori e le remore dello status antecedente, non è più possibile mantenere gli interessi e i ruoli preesistenti, e il tossicomane viene necessariamente ad assumere uno stile di vita diverso, altamente marginale, degradato e quasi sempre delinquenziale. Gli eroinomani e i gravi cocainomani presentano inevitabilmente rilevanti compromissioni della struttura di personalità, possono andare incontro ad alterazioni psichiche e a gravi rischi per l’organismo; essi essendo pressati dal coattivo bisogno della droga, non sono più in grado di controllarne l’uso e men che meno di spontaneamente liberarsi della dipendenza.

V. anche Psicoattive, sostanze; Voluttuarie, sostanze; Dipendenza.

Fonte: Gianluigi Ponti, Compendio di Criminologia, quarta edizione, 1999. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)



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