INTERNET ADDICTION. Il Web facilita la comunicazione attraverso l’abbattimento delle barriere spazio-temporali, permette la realizzazione di nuove forme di lavoro e alimenta fenomeni relativi alla curiosità, all’esplorazione di mondi nuovi,e il desiderio di conoscenza. Ma ...
INTERNET ADDICTION. Il Web facilita la comunicazione attraverso l’abbattimento delle barriere spazio-temporali, permette la realizzazione di nuove forme di lavoro e alimenta fenomeni relativi alla curiosità, all’esplorazione di mondi nuovi,e il desiderio di conoscenza. Ma l’abuso può anche determinare una sintomatologia fisica invalidante, con sviluppo di sindrome del tunnel carpale, secchezza oculare, cefalea, lombalgie, decremento ponderale (ascrivibile ad irregolarità del comportamento alimentare), astenia (da alterato ritmo sonno-veglia). In casi più gravi si evidenzia anche trascuratezza dell’igiene personale. La dipendenza psicologica dalla rete, con tutte le implicazioni, cliniche e sociali, che le competono , è stata resa nota alla cronaca grazie alla pubblicazione della ricerca “Internet-Addiction: l’emergenza di un nuovo disordine clinico” (1996), ad opera della dott.ssa K. Young, dell’Università di Pittsburgh. Da allora si sono susseguiti studi e sperimentazioni atti a mettere in evidenza l’attivazione, all’interno della massa che naviga e comunica nel cyberspazio, di una fame quasi cannibalica d’informazione, accompagnata da vissuti ossessivi ed illusori relativi al possesso dell’informazione stessa, il desiderio della quale è talora sotteso da complementare sfondo affettivo di natura depressiva. Specie in soggetti con personalità infantili e non evolute la navigazione in Rete può divenire il gioco preferito, cui posporre la gestione della casa, dei figli, la cura della relazione coniugale. Da qui l’incremento del numero di divorzi cui Internet ha contribuito, oltre che al collasso di promettenti carriere: questo è il caso dell’internauta che espande i propri orizzonti tramite l’universo digitale ma nel contempo si va progressivamente isolando, precludendosi, e talora rifiutando, le relazioni umane nei loro setting canonici. Tutte le età e gruppi sociali possono potenzialmente essere coinvolti nell’insensibile, ma determinante trapasso tra il semplice hobby e l’addiction: quando la session on line si va sempre più anticipando, accompagnandosi all’intenzione del soggetto di spendervi un breve lasso di tempo, con l’opposto risultato, ossia, di avervi trascorso svariate ore senza accorgersene, allora inizia a profilarsi all’orizzonte lo spettro della dipendenza; l’attenzione agli altri aspetti della vita diviene carente, la famiglia viene sempre più trascurata, così come le responsabilità lavorative e gli eventi sociali, con l’esito finale di una modalità comportamentale ad impronta autistica, che sottende l’evitamento dei contatti umani reali a favore di quelli virtuali (preferire un colloquio on line piuttosto che face to face). L’anonimato nella net-comunicazione permette la fuga dalla realtà: molta gente va on line raggiungendo così, da persone che non consce, l’agognato senso di accettazione che il mondo delle relazioni reali gli preclude. V. anche Internet Addiction Disorder; Psicopatologia delle condotte online.
Fonte: V. Caretti, D. La Barbera, Psicopatologia delle realtà virtuali, 2002. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)