Indizi di menzogna - Cap.2 - di Luca Cionco
Direttore della Scuola di Alta Formazione Analisi Comportamentale del Centro per gli Studi Criminologici - Membro del Comitato Scientifico del Centro per gli Studi Criminologici
Abbiamo tutti un determinato controllo sulla nostra comunicazione, infatti non lasciamo che il flusso di pensieri esca arbitrariamente, lasciandoci in situazioni imbarazzanti. Filtriamo quindi molti pensieri, ma non tutti; a volte, soprattutto in situazioni di stress, si può perdere gradualmente il controllo della situazione.
Indizi di menzogna - Cap.2 - di Luca Cionco
Direttore della Scuola di Alta Formazione Analisi Comportamentale del Centro per gli Studi Criminologici - Membro del Comitato Scientifico del Centro per gli Studi Criminologici
Nel formulare un discorso, o anche semplicemente nell’ascoltare, si utilizzano risorse sia attentive che mnemoniche. Abbiamo tutti un determinato controllo sulla nostra comunicazione, infatti non lasciamo che il flusso di pensieri esca arbitrariamente, lasciandoci in situazioni imbarazzanti. Filtriamo quindi molti pensieri, ma non tutti; a volte, soprattutto in situazioni di stress, si può perdere gradualmente il controllo della situazione e, nell’immediato, si è preda di emozioni che controllano corpo o mente, in maniera più o meno forte, a seconda dell’intensità emotiva e di altri fattori legati alla persona, come la gestione emotiva.
Esistono dei segnali che tradiscono ansia, stress che spesso sono correlati alla menzogna. In questo secondo e breve capitolo vi lascio alcuni di questi indizi. Da tenere a mente alcuni suggerimenti:
Di seguito uno degli indizi di cui sopra:
Il lapsus
Lapsus s. m., lat. [der. di labi «scivolare», part. pass. lapsus]. – Parola che, anche nell’uso moderno., ricorre nelle locuzione lapsus linguae «errore verbale, sbaglio nel parlare e lapsus calami «errore di scrittura», o abbreviatamente lapsus in tutti e due i significati, per indicare quegli errori involontari che consistono nel sostituire un suono o scrivere una lettera invece di un’altra, nella fusione di due o più parole in una sola, nell’omissione di una parola, nel pronunciare o scrivere un nome invece di un altro, ecc.
Secondo S. Freud e la psicanalisi, tali errori sarebbero spesso dovuti a motivi inconsci che rivelano un impulso in contrasto con ciò che si sarebbe voluto dire o scrivere: di qui l’espressione lapsus freudiano con cui anche vengono indicati, soprattutto quando si tratti di scambî di lettere o sostituzioni di nomi e parole, corrispettivo per il linguaggio di ciò che l’azione sintomatica è per il comportamento.
In senso più ampio, il termine è spesso usato in tono scherzoso o ironico per giustificare un errore, soprattutto scritto, attribuendolo a distrazione e a un atto involontario: “è stato un lapsus”! Meno comune la locuzione lapsus memoriae, improvvisa dimenticanza, momentaneo difetto della memoria. Fonte: http://www.treccani.it/vocabolario/lapsus/
Infine esistono anche i lapsus gestuali (o motóri), i quali rappresentano l’equivalente dei lapsus verbali ma vengono effettuati con un gesto o un movimento del corpo che “tradisce” le reali intenzioni di una persona, sono gesti (o parte di essi) che non vengono portati a compimento: spesso si attua solo la prima parte del gesto intero.
Dott. Luca Cionco