CSC - Centro per gli Studi Criminologici


Titolo : Psicopatologia delle condotte online
Categoria : Dizionario

Intestazione :

PSICOPATOLOGIA DELLE CONDOTTE ONLINE. La Rete delle reti rappresenta la vera, straordinaria novità del III millennio: presto l’Umanità sarà in Rete. Siamo di fronte ad un passaggio evolutivo. Ma ...



Testo :

PSICOPATOLOGIA DELLE CONDOTTE ONLINE. La Rete delle reti rappresenta la vera, straordinaria novità del III millennio: presto l’Umanità sarà in Rete. Siamo di fronte ad un passaggio evolutivo. Ma come per ogni innovazione tecnologica, accanto agli iniziali entusiasmi giustificati dalle enormi potenzialità di questo media, sempre più persone si sono interrogate sui rischi psicopatologici connessi all’uso e soprattutto all’abuso della Rete. In particolare si parla di una forma di dipendenza, definita IAD (Internet Addiction Disorder), fenomeno noto da quando, nel 1996 la dottoressa statunitense Kimberly Young pubblicò la ricerca “Internet Addiction: the emergence of a new clinical disorder”.Ora, dietro allo IAD si cela una costellazione di disturbi strettamente connessi all’insieme di bisogni e scopi dell’utente. Si parla, quindi, di differenti Cyber Addictions raggruppate all’interno della cosiddetta “Internet Related Psychopathology”, la psicopatologia correlata ad Internet, ad un suo uso smodato ed eccessivo. Le Cyber Addictions sono:

  1. Compulsive on line Gambling: il gioco d’azzardo on line compulsivo;
  2. Cybersexual Addiction: riguarda sia il materiale disponibile in rete vietato ai minori (immagini pornografiche, giochi e film), sia le relazioni erotiche tra due partecipanti mediante e-mail, IRC, canali CUSeeMe;
  3. Cyber Relationship Addiction: riguarda lo stabilire relazioni amicali e/o sentimentali tramite e-mail, chat rooms o newsgroup a scapito dei reali rapporti interpersonali;
  4. MUD’s Addiction: le MUDs sono giochi di ruolo in cui, tramite la Rete, è possibile che più utenti giochino tra loro simultaneamente. Di solito prevedono la creazione di un personaggio fittizio tramite il quale il soggetto gioca e con cui si identifica (avatar);
  5. Information Overload Addiction: questa dipendenza si caratterizza per la ricerca estenuante di informazioni, protratta dall’individuo per gran parte del tempo di collegamento. Le informazioni vengono ricercate attraverso attività come il Web surfing e/o indagini senza fine su materiali reperibili in banche dati.

Un altro disturbo non correlato però alla patologia conseguente la dipendenza da Internet o dai videogames, ma che per le sue caratteristiche si presta all’inserimento nosologico nei disturbi della coscienza indotti dalle nuove applicazioni del computer e delle realtà virtuali è la Trance Dissociativa da Videoterminale. Questo fenomeno psicopatologico è stato individuato per la prima volta da Vincenzo Caretti (2000) ed è caratterizzato da sintomi quali ovviamente abuso di navigazione in rete ed insorgenza acuta di disorientamento, deliri e allucinazioni. Col termine dissociazione si vuole indicare la separazione di una o più parti di processi mentali, solitamente integrati (per esempio, coscienza, memoria, identità, percezione dell’ambiente) dal resto della coscienza, con la conseguenza che questa parte si comporterà come un’identità mentale indipendente dalla personalità globale, la quale non riuscirà ad esercitare nessun controllo sulla parte scissa. La Trance Dissociativa da Videoterminale è uno stato involontario di trance con alterazione dello stato di coscienza, depersonalizzazione e perdita dell’abituale senso di identità personale, che può essere sostituita o meno da un’identità alternativa che influenza quella abituale. Dal punto di vista psicodinamico si possono riscontrare tre livelli evolutivi: dipendenza, regressione e dissociazione.

La dipendenza implica:

  1. Un ipercoinvolgimento di tipo ritualistico con il computer e le sue applicazioni;
  2. Una relazione di tipo ossessivo- compulsivo con le esperienze e le realtà virtuali;
  3. Una tendenza a “sognare ad occhi aperti” come modalità prevalente sull’azione nei rapporti reali;
  4. Debolezza dell’Io;
  5. Tendenze fobiche nei confronti della vita sociale.

La regressione comporta:

  1. Una tendenza a relazioni immaginarie che compensano le scarse relazioni oggettuali;
  2. Ritiro autistico;
  3. Fantasia autistica come modalità difensiva dell’Io.

La dissociazione si caratterizza per:

  1. Labilità dei confini dell’Io,
  2. Dispersione del Sé;
  3. Depersonalizzazione, cioè distacco ed estraneamento da se stessi fino alla perdita del contatto vitale con la realtà.

Attualmente, per diagnosticare i fenomeni psicopatologici ad Internet correlati sono disponibili on line una miriade di questionari atti a valutare prevalentemente le problematiche di uso, abuso e dipendenza dalla Rete. Vengono completamente eluse le problematiche relative alla dissociazione. In ogni caso si tratta di strumenti ancora privi di una valutazione scientifica che possa soddisfare i comuni criteri psicometrici, in particolare quelli legati all’attendibilità e validità. Inoltre, accanto ai sempre più numerosi gruppi di auto-aiuto per Internet dipendenti, si è assistito, negli ultimi anni, al diffondersi delle cosiddette cyberterapie, psicoterapie on line prive di un rapporto “face to face” tra terapeuta e paziente, ma ci si domanda se sia possibile instaurare un rapporto psicoterapeutico proficuo attraverso un setting virtuale, nel quale vengono a mancare ad esempio, informazioni non poco rilevanti come quelle provenienti dalla comunicazione non verbale.  V. anche Internet Addiction.

Fonte:  V. Caretti, D. La Barbera, Psicopatologia delle realtà virtuali, 2002. (Ricerca curata da Cristina Maria Leoni)



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