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"La lotta al riciclaggio."
A cura della Dr.ssa Rita Giorgi
 



"La lotta al riciclaggio."
A cura della Dr.ssa Rita Giorgi

Coordinatore Scientifico del CSC - Centro per gli Studi Criminologici, giuridici e sociologici.

Il riciclaggio di denaro pesa per oltre il 10% del Pil Italiano ( che ammonta a poco più di 2000 mld di dollari) e per il 5%  sul pil mondiale ( stimato dal Fondo monetario internazionale pari a circa 72.000 mld di dollari).

Un fenomeno, quindi, tutt’altro che marginale o fisiologico alle economie. E cosa ancora più allarmante si tratta di un fenomeno in evoluzione, sia nelle metodologie che nei volumi.  Sbaglia chi associa questo grave fenomeno alla sola economia tipicamente criminale ( stupefacenti, estorsioni etc) perché i fatti hanno abbondantemente dimostrato che il riciclaggio di denaro pervade tutta la società in modo trasversale ed, a volte, con modalità assolutamente insospettate.

Il riciclaggio consiste nel  “lavaggio del denaro sporco”, ossia si reinvestono  nell’economia legale  risorse finanziarie che hanno una origine illecita. Si avviano operazioni per nascondere  ed occultare l’origine di queste risorse,  ostacolando azioni di verifica che possono ricondurre alle fonti  da cui provengono i così detti  “beni ripuliti”.

Il riciclaggio è, quindi, un ponte tra la criminalità e la società civile e strettamente legato alla corruzione; è infatti e, purtroppo,  un fenomeno diffuso anche tra gli “insospettabili” perché legato  alla economia, così detta, sommersa ed al “nero” . Quale l’identikit  del “riciclatore”? Può  essere il mafioso, il camorrista, l’andraghetista,  che ripulisce i proventi dal traffico di stupefacenti, prostituzione, gioco illegale: può essere l’usuraio, il criminale che investe per esempio in una attività commerciale i frutti della sua attività di usura; può  essere anche  l’imprenditore, grande o piccolo,  che falsifica la propria contabilità per disporre di fondi occulti da reimpiegare. Si comprende bene come questi flussi di denaro che pervadono l’economia del nostro Paese alterino le condizioni di concorrenza ed i meccanismi di allocazione delle risorse.

Ecco perché è importante ed  assolutamente strategica la lotta al riciclaggio in tutte le sue forme che vede coinvolti diversi attori del sistema Paese da coloro che agiscono sul fronte repressivo ( Guardia di Finanza e DIA) a coloro che agiscono sul fronte della prevenzione mediante l’implementazione di comportamenti “virtuosi” ( si pensi agli Ordini professionali, agli intermediari finanziari, etc).

Ne consegue, inoltre, l’importanza e la necessità di approfondire sempre più il tema  nello specifico con gli ordini professionali e , segnatamente, con gli avvocati ed i commercialisti non solo per evidenziarne gli  obblighi previsti dalla normativa ma anche – e soprattutto – per diffondere una “cultura” dell’antiriciclaggio necessaria per contenere questo grave fenomeno che minaccia seriamente la sicurezza economico finanziaria di questo Paese e – in definitiva –la civile convivenza dei suoi cittadini.

Di antiriciclaggio si parlerà il 19 giugno all’aula della Corte d’Assise del tribunale di Viterbo, in via Falcone e Borsellino in un seminario dal titolo “Libere professioni e normativa antiriciclaggio. Tra obblighi e opportunità” dalle 15 alle 18, che vedrà l’intervento del professor Ranieri Razzante, docente di Intermediazione finanziaria e legislazione antiriciclaggio all’Università di Bologna, dei presidenti degli Ordini degli avvocati e dei commercialisti di Viterbo, Luigi Sini e Marco Santoni.

Introdurrà i lavori il comandante provinciale della guardia di finanza, colonnello Alfonso Amaturo. Il presidente della camera penale di Viterbo Fabrizio Ballarini coordinerà il dibattito, mentre la conclusione sarà affidata al professor Arije Antinori Ph. D., direttore del Master Criminal Intelligence Analysis del Centro studi criminologici.
 

 

Rita Giorgi
Direttore scientifico del CSC -  Viterbo

pubblicato su TusciaWeb

 


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