L’articolo è interessante, ma adesso non posso leggerlo. Adesso non posso leggerlo, ma l’articolo è interessante - di Luca Cionco L’ordine degli addendi fa variare il risultato, almeno qui, nel mondo nostro. Cosa è il "ma"? "Ma cong., s. • cong. (con valore avversativo) Contrappone due frasi o due termini di una stessa frase: a) col sign. di “bensì”: oggi non è lunedì, ma martedì." Così è scritto su http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/ma_1.shtml, la prima proposta che Google fa su questo termine. La Treccani, all’indirizzo http://www.treccani.it/enciclopedia/congiunzioni-avversative_(La-grammatica-italiana) propone quanto segue, approfondendo e specificando ulteriormente: “Le congiunzioni avversative sono congiunzioni coordinative che hanno la funzione di legare due parole o due proposizioni che sono in qualche modo in contrasto (➔avversative, proposizioni).Le più frequenti sono anzi, eppure, ma, però, tuttavia, bensì.Non sono stanco, ma affaticato. Io sono rimasta a casa, però Lucia è uscita”. Vediamola però da una prospettiva differente, allontanandoci dalle definizioni classiche e indirizziamo il focus sul significato che la società, nel suo continuo evolversi, ha attribuito a questo potente termine. Ci hanno sempre detto, utilizzando a sproposito: “Sei molto bella, ma questa gonna non ti dona”; (non a me, come logicamente si deduce) “L’idea è interessante, però adesso non posso”. Così facendo, ripetendo questi ritornelli nell’ordine sbagliato, hanno/abbiamo contrassegnato il ma quale precursore di un imminente rifiuto, infatti, appena lo sentiamo pronunciare al nostro interlocutore, abbiamo la certezza che stia arrivando la fase negativa del discorso. Avendo quindi questa certezza, possiamo utilizzare il ma in maniera strategica, al servizio di una comunicazione efficace.Devo chiudere l’articolo in questa frase, ma scriverei ancora un po'. Ecco perché è bene invertire gli addendi della nostra frase, mi perdonino i matematici, per giungere a un risultato migliore. Tornando alla frase precedente, si noti la differenza del portato emotivo, ovvero di quale emozione e con quale intensità la stessa si presenta in voi: “Questa gonna non ti dona, ma sei molto bella” ;“Adesso non posso, però l’idea è interessante”. C’è differenza? Si ha la percezione che quello che si prova è più piacevole rispetto a prima? Ora pensate ai rapporti di lavoro, sociali e familiari, a quante possibilità di utilizzo efficace avete e si apriranno orizzonti nuovi. Perfino su sé stessi, in una sorta di autoincitamento, un vero e proprio propulsore per la motivazione. Scriverei ancora un po’, ma devo chiudere l’articolo in questa frase. (Luca Cionco - Direttore dell'Area Scienze Comportamentali e della Scuola di Alta Formazione Analisi Comportamentale del Centro per gli Studi Criminologici - Membro del Comitato Scientifico del Centro per gli Studi Criminologici)
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