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Difendersi è senza ombra di dubbio legittimo ma …! di Claudio Mariani  



Difendersi è senza ombra di dubbio legittimo ma …! di  Claudio Mariani

Avvocato - Criminologo - Coordinatore Dipartimento di Criminologia, Sociologia della Devianza e Comunicazione del CSC - Direttore del corso di Educazione al Diritto e Criminologia presso la C.C. di Viterbo.
 

Nell’ultimo periodo abbiamo assistito all’ennesima polemica che riguarda il diritto alla legittima difesa da parte di coloro che sorprendono un ladro in casa o che vengono aggrediti presso i loro esercizi commerciali a scopo di rapina.

Non è un tema facile in quanto coinvolge aspetti etici, giuridici ed emotivi e sarebbe troppo superficiale riassumere il discorso con qualche battuta frettolosa, magari all’indomani di un fatto di cronaca.

In questa sede non ci sembra utile riportare quel che prevede la nuova normativa in proposito (anche perché già si discute per modificarne i contenuti), né imbarcarci in disquisizioni di natura etica nonostante la concomitanza di alcuni valori non negoziabili; quel che invece proponiamo è una riflessione che possa partire dal buon senso piuttosto che da assunti o postulati.

Senza alcun dubbio abbiamo tutti il diritto di proteggere i nostri affetti, i nostri familiari, le nostre attività; altrettanto indiscutibile è il valore della vita di ognuno, un valore troppo alto per pensare che girare armati come nel Far West possa essere considerata una soluzione praticabile.

E’ chiaro che entrambe le esigenze sopra indicate debbano essere tenute presenti nel momento in cui si esamina la proporzione tra un’azione ed una reazione, ma deve essere altrettanto chiaro che il momento in cui si vivono certe esperienze non consente valutazioni sempre lucide: spesso manca il tempo di capire l’effettiva portata del pericolo, la paura annebbia inevitabilmente il raziocinio, la percezione del rischio è destabilizzante, il ricordo di tanti episodi di cronaca si accavalla con la situazione contingente e l’utilizzo di tutti i mezzi a disposizione per allontanare quel pericolo diventa comprensibile anche se non sempre legittimo.

Certamente non esistono ricette per affrontare un problema così complesso, ma la sensazione che riportiamo di frequente è che davanti a queste tragedie ci comportiamo come il coro delle antiche tragedie greche e urliamo allo scandalo e sentenziamo a favore o contro e spesso confondiamo tra loro i ruoli della vittima o del carnefice.

Abbandonare nella solitudine l’uno o l’altro o entrambi non risolve di sicuro questo dibattito, né si risolve partendo dall’emergenza o dalla fine del problema: i problemi si affrontano dal principio!

Per quanto ne sia fermamente convinto, non voglio annoiare oggi con la necessaria opera di prevenzione della devianza nelle periferie, nelle scuole, nell’emarginazione, nel disagio e in tutti quei contesti dove spesso nasce, ma potremmo intanto cominciare a lavorare sulla sicurezza con maggiore efficacia e minore ipocrisia.

Potremmo essere meno ipocriti nel temere la violazione della nostra privacy quando si parla di telecamere ad esempio: se è vero come è vero che la sicurezza è una priorità, che senso ha rendere così complessa e burocratica la procedura per istallare telecamere (a circuito chiuso con autocancellazione delle immagini in (8/12 ore) per poi sperare che ce ne sia casualmente una di qualche negozio o di una banca quando veniamo aggrediti?

Che senso ha autorizzare il porto d’armi senza una adeguata formazione ad affrontare situazioni critiche? Oggi si organizzano corsi di formazione e simulazioni per tutto e per tutti: per la sicurezza nelle aziende, per l’igiene negli esercizi commerciali, per gli incendi nelle scuole, per i soccorsi in caso di incidente … come è pensabile che si possa affidare un’arma ad un insegnante o ad un idraulico o ad un ingegnere senza alcuna formazione?

E potremmo continuare all’infinito con esempi che possano migliorare la sicurezza di una comunità senza avere la presunzione che siano tutti utili o condivisibili, ma quel che vorremmo proporre è l’apertura di un dibattito con tante nuove idee piuttosto che affidarci all’emozione del momento o invocare le solite soluzioni radicali e populiste all’indomani di un fatto di cronaca nera.

Un’ultima considerazione: i ladri che entrano nelle nostre case o nei nostri negozi rappresentano un problema serio e qualunque ne sia la causa, nessuna intrusione in uno spazio altrui può essere tollerata, ma non si sentano migliori tutti coloro che si lasciano corrompere nel loro lavoro o che timbrano il cartellino e poi si allontanano dagli uffici o che si assentano per malattie inesistenti o che non pagano le tasse che dovrebbero … anche costoro sono dei ladri!

Almeno chi ruba in una banca sa che può incontrare un agente di vigilanza con la pistola …!

                                                                                                                                                                       (Claudio Mariani)


 


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