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Sono Piromani o Incendiari ? - di Luca Cionco  



Sono Piromani o Incendiari ? - di Luca Cionco

La Piromania, Piro-mania, dal greco πῦρ (pyr, fuoco) e μανία (mania), ovvero intensa ossessione verso il fuoco e le fiamme e i loro effetti, ma anche per tutto quello che gli è connesso: strumenti per accenderlo, per governarlo o spegnerlo. Un piromane in senso clinico non ha generalmente altri sintomi esclusa la fissazione per il fuoco che è la causa del suo comportamento: il fuoco viene utilizzato solo per indurre euforia, per ricercare quelle emozioni che solo la dominanza sulla natura possono fornire e coloro che sono affetti da questa sindrome hanno sovente dei legami con istituzioni che controllano il fuoco stesso. Il piromane è la forma pura dell’incendiario, è colui che appicca incendi esclusivamente per la positiva sensazione che ne riceve, ama il fuoco, lo venera e per questo sovente è seriale, ciò che lo distingue ulteriormente dall’incendiario per cause sociali quali vendetta, azioni di terrorismo politico, profitto economico o vandalismo. Il piromane è pervaso da idee di grandezza ed onnipotenza e un’immagine di sé dominata dalla fragilità che cerca di compensare all’esterno attraverso l’atto incendiario che, per sua natura “spaventa”, permettendogli di dimostrare la sua forza e la sua virilità. Proprio da questo senso di autoesaltazione attraverso l’incendio, secondo alcuni autori, si evidenzierebbe il riflesso di un’affermazione, allo stesso tempo sia narcisistica che sadica, della persona.
Come spesso accade ai Serial Killer, anche il piromane seriale spesso resta nei paraggi, si nasconde tra le persone o tra i soccorritori, osserva l’evolversi della situazione, resta in contatto con gli addetti ai lavori per seguirne gli sviluppi, spesso si eccita se la notizia di una propria “opera” guadagna la prima pagina dei giornali o è molto condivisa dai social. Il riconoscimento per il proprio lavoro è nuova linfa per azioni future, sempre più studiate dettagliatamente. Il dettaglio fa la differenza, basti pensare che l’FBI ha deciso di classificare i reati in base a come si presenta la scena del crimine, infatti questa può essere organizzata o disorganizzata. Ogni categoria ha delle particolarità che possono far risalire, se dedotte con attenzione, al profilo psicologico dell’autore. Il piromane avrà una scena organizzata, difficilmente ci saranno tracce di scarpe o surplus di liquido infiammabile, caratteristiche che potrebbero invece essere attribuite ad un incendiario per vendetta o per vandalismo. Il piromane può ricondursi alla figura dell’incendiario per eccitazione, secondo la classifica stilata dall’FBI, ovvero colui che cerca il brivido, l’attenzione o il riconoscimento sociale.Può esserci un nesso tra disturbi dell’attenzione, dell’apprendimento, abuso infantile e disordini comportamentali nell’infanzia e piromania. La piromania può assumere la forma di comunicazione per individui con scarse abilità sociali o con una sessualità poco gratificante, per i quali accendere il fuoco acquista il ruolo di soluzione simbolica. La soddisfazione che l’incendio produce sarebbe la proiezione dei tre tempi classici di eccitazione-tensione-rilassamento, tipici dell’atto sessuale naturalmente inteso. L’atto del piromane rappresenterebbe quindi il sostituto dell’atto sessuale per il quale il piromane sente un senso di inadeguatezza.

Il piromane secondo l’FBI:

  1. In genere maschio single, tra i 30 e i 40 anni;
  2. Vive preferibilmente in campagna;
  3. Basso livello intellettivo;
  4. Bassa scolarità;
  5. Spesso abusa di alcolici;
  6. H tratti antisociali (non prova rimorso);
  7. Ha manifestato fin dalla pubertà un interesse patologico per il fuoco, incendiando, di nascosto, carta o piccoli oggetti, manifestando nel contempo ribellione adolescenziale;
  8. Ha sempre desiderato “guardare” il fuoco e, all’occorrenza, partecipato al suo spegnimento;
  9. Mosso da uno stato di forte tensione emotiva che lo porta ad agire inizialmente vicino casa, in luoghi conosciuti, familiari. In seguito allarga il raggio d’azione, ma sempre in zone conosciute: di solito entro le 2 miglia dal proprio domicilio o dal luogo di lavoro;
  10. Agisce prevalentemente d’estate: il clima secco agevola sia l’innesco che la diffusione del fuoco;
  11. Estremamente sensibile all’effetto che le sue azioni hanno sui media.

A differenza dal piromane, che mostra caratteristiche tipiche di uno psicotico,in Italia si sta affermando qualcosa di diverso, di tipico. Siamo lontani dal mondoSerial americano, in tutte le dimensioni del crimine, le nostre peculiarità emergono in ogni faccia della società, caratterizzandone ognuna. I moventi degli incendi italiani traggono più origine dalla società che da una monomania. È possibile infatti far risalire le cause a guerra tra rivali per contendersi un determinato premio. Che questi rivali poi siano due singole persone o due organizzazioni criminali non è dato saperlo. Che il premio sia il controllo di un territorio o il controllo del comportamento di altri facendo leva sul terrore, non è dato di saperlo. Ciò che sappiamo è che si ha un incendio ogni due ore, quarantadue al giorno, secondo il sito incendiboschivi.org.

L’incendiario secondo l’FBI:

1. Il profilo dell’incendiario per vandalismo
Chi appicca il fuoco per vandalismo in genere non è solo, agisce in gruppo; all’interno di questo gruppo si riscontrano soggetti molto giovani, che hanno un’età media di circa 16 anni; agiscono solo se in gruppo, da soli non appiccherebbero mai il fuoco; il loro bersaglio preferenziale sono le scuole, poi i parchi e le aree verdi adibite a gioco; in genere vivono con i genitori, di classe sociale bassa, vicino ai luoghi che incendiano; agiscono in genere la sera o il fine settimana, per noia o per divertimento; abbandonano la scena del fuoco e non vi ritornano.
2.Il profilo dell’incendiario per eccitazione
Chi appicca il fuoco per soddisfare una sua eccitazione rientra nel quadro caratteristico del piromane; sono soggetti che cercano il brivido, oppure l’attenzione o il riconoscimento sociale; dopo aver appiccato il fuoco, si mescolano con i soccorritori e partecipano allo spegnimento; d’estate cercano la vegetazione secca, ma anche i cassonetti dei rifiuti o i cantieri in costruzione; usano fiammiferi o sigarette e solo con il tempo scoprono gli inneschi a tempo; agiscono da soli; sono di classe sociale bassa, con scarsi od assenti precedenti penali.
3. Il profilo dell’incendiario per vendetta
Chi appicca il fuoco per compiere un atto di vendetta mira alla distruzione di beni o attività come risarcimento personale; spesso viene commesso da donne (il 15% circa di tutti gli incendi riconosce una mano femminile); di classe sociale bassa, ma con una buona istruzione, non hanno precedenti penali; agiscono a notte fonda o di primo mattino, dopo forti dosi da alcol; usano inneschi ad azione lenta; abbandonano la scena e cercano un alibi.
4. Il profilo dell’incendiarioper altro crimine
Sono incendiari finalizzati alla distruzione di prove o che vogliono, attraverso il fuoco, alterare o distruggere le prove e quindi sviare le indagini; usano liquido infiammabile in abbondanza; vivono lontano dalla scena del fuoco e spesso agiscono in compagnia; agiscono la sera tardi o di primo mattino, dopo alcol o droghe; abbandonano la scena del fuoco; hanno molti precedenti penali.
5. Il profilo dell’incendiario per profitto
Agisce cercando un guadagno personale; agisce a tarda sera o di primo mattino, spesso dietro un compenso di un mandante; spesso usa come innesco gli esplosivi, ma conosce bene anche gli inneschi a tempo; studia con cura il modus operandi; abbandona la scena; ha molti precedenti penali.
6. Il profilo dell’incendiario per terrorismo politico
Come nel terrorismo si agisce seguendo un disegno unitario, esercitando pressioni sull’autorità pubblica, volendo influenzare scelte e indirizzi politici. La volontà è quella di creare un grave danno per lo Stato, condizionando le decisioni mettendo in atto azioni significative e allarmanti, affinché l’interesse pubblico ne risulti minacciato, realizzando di fatto una costrizione.

 

Vorrei però, con il permesso della comunità scientifica, aggiungerne uno, perché non si può sottovalutare l’aspetto emulativo del fenomeno,soprattutto tra gli adolescenti:

1. Il profilo dell’incendiario per emulazione
Questo punto non rientra tra quelli delineati dall’FBI, me ne assumo la responsabilità, in quanto non escluderei l’effetto emulativo che il messaggio mediatico scaturisce. Di fronte a continue immagini e narrazioni di un evento tipo, così come avviene per altri reati o addirittura suicidi, si potrebbe instaurare una volontà di emulare il gesto attivando un pulsante emotivo dormiente nelle altre persone sensibili al tema. In relazione ai suicidi, in sociologia, tale emulazione è definita effetto Werther.

In quale categoria inserire gli incendiari nostrani è compito del lettore, l’unica cosa per me certa è che ci stiamo rimettendo tutti. Le persone, compresi quelli che appiccano gli incendi e i loro familiari, respirano non solo fumo, ma spesso sostanze tossiche presenti nei rifiuti lasciati proprio nelle aree incendiate. Ciò che andremo a bere e a mangiare sarà inevitabilmente influenzato negativamente da queste azioni. Ciò che resta è la resa di una natura nera, morta e quando la natura si arrende l’uomo ha fallito la sua missione.

(Dott. Luca Cionco - Direttore dell'Area Scienze Comportamentali e della Scuola di Alta Formazione Analisi Comportamentale del Centro per gli Studi Criminologici - Membro del Comitato Scientifico del Centro per gli Studi Criminologici)


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