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I taccuini di viaggio di Lidia Vignola
Quarta narrazione da Itaca, la pietrosa (Grecia) - 07-07-2019
 



I taccuini di viaggio di Lidia Vignola
Quarta narrazione da Itaca,la pietrosa (Grecia) -07-07-2019
Testimonianze raccontate con passione perché la passione diventi contagiosa


Itaca ha solo una strada principale che la percorre tutta, è impossibile perdersi. "Sarà per questo che Odisseo ci ha messo così tanto a ritrovare la rotta sullo sconfinato mare?" si chiede ironico Tsao.Itaca ha solo spiaggette poco profonde dove ci si ripara sotto ulivi e fichi e ci si immerge nel mare nel più profondo silenzio.
Ti aspetteresti merchandising sull'Odissea, pubblicità, tour turistici a tutto spiano sui luoghi omerici, ma niente di tutto questo.
A Itaca ci sono solo grilli, rare statue di Ulisse e di Omero da salutare con emozione come un vecchio amico ritrovato e poco di più.
Itaca è così.
Eppure Itaca mi ha riservato una sorpresa. A Vathì, capoluogo dell'isola, un Centro ambientale accoglie i bambini greci di famiglie in difficoltà per un campo estivo che utilizza l'educazione al patrimonio ambientale e culturale e la drammatizzazione dell'Odissea come strumenti di aggregazione e recupero. La cultura come possibilità sociale per le fasce più svantaggiate. La mie ricerche per il Centro Studi Criminologici si basano da sempre su questo assunto e trovare un progetto affine qui, isola simbolo del mio amore per la storia, è una specie di tacito incoraggiamento.
La pietrosa isola che non aveva nulla da offrire rivela così di avere un cuore grande.
E capisci davvero perché Odisseo abbia voluto tornare rifiutando anche l'immortalità.
Perché sbarcare ad Itaca è una emozione che nulla ha a che fare con la geografia reale di quest'isola.
Non importa che la reale collocazione della reggia di Odisseo sia contesa tra il sito di Monte Aetos dove la collocava Schliemann e la tradizione popolare e la Scuola di Omero dove invece la posiziona l'Università di Ioannina.
Non importa dove sia l'ulivo tagliato per accogliere il letto di Penelope gentile.
Non importa dove Euriclea guardasse il mare, aspettando invano il figlio.
Non importa come fosse davvero Argo, il cane fedele che aspetta 20anni il suo padrone.
Non importa perché Odisseo e Omero dimorano in ogni cuore assetato di avventura, abitano lì e sono reali come quest'isola che ti sa offrire due tramonti se sai dove andare doppiando il golfo di Molos. Ogni volta che ti ritroverai davanti al mare saprai udirne la voce e ti chiamerà a prendere il largo.
Così come Telemaco diventa grande solo quando prende una nave e parte per cercare il re di Itaca, suo padre, a costo di essere sorpreso in qualche agguato, anche noi cresciamo quando capiamo che è ora di andare, conoscere e poi, chissà, forse tornare se si riesce proprio come fece Odisseo raccontando mille storie.
CC sogna di partire con lui e non sa che io lo faccio da sempre.
In fondo Kavafis lo diceva:
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Itaca è questo.
Itaca è amore.

Itaca è anche un'altra tappa di #liberinsitu "LIBER IN SITU" il nuovo progetto social di Liberarcheologia e del Centro per gli Studi Criminologi.
Brevi brani di libri, letti “in situ”, ossia sul luogo in cui sono stati scritti o ambientati, o in luoghi legati al loro autore.
Qui i link:
https://www.youtube.com/watch?v=aiRaFRooGk4&t=88s
https://www.youtube.com/watch?v=TLliwmFVsuU&t=3s

Ma per me Itaca è anche altro.
All'età di CC, quasi 40 anni fa, un uomo che baciava le copertine dei libri quando li riponeva e mi prendeva per mano passeggiando raccontandomi l'Odissea e del mare color del vino mi insegnò che amare i libri ti fa volare e viaggiare lontano. Vicino a lui tutto era semplice, tutto era chiaro, c'era il coraggio, la voglia di conoscere, la casa, la fedeltà, l'onore. Poi quell'uomo mi lasciò e nulla fu come prima. L'ho sfiorato ogni tanto in una sottolineatura a margine di una pagina o in un gesto che compio inconsciamente simile a lui, che era un grande oratore, quando parlo in pubblico.
Ci ho messo tanto tempo a trovare la mia rotta da allora e mi chiedo quanto ancora ci metterò per capire dove andare ancora.
È stata lunga la strada, ma su quest'isola ho avuto la sensazione che il tempo si sia fermato. Quell'uomo, che raccontava e che mi ha insegnato a raccontare, qui mi ha potuto prendere per mano, ancora una volta, ed ha camminato con me tra queste pietre cariche di storia ed io sono stata di nuovo piccola per un attimo, pronta a credere ai miti ed ai viaggi di Odisseo vincitore di mostri con l'astuzia.
È stato dolce, come tornare a casa, e lui ne è stato felice, ne sono sicura.
È vero, nonno?

                                                                                                                                                                       Lidia Vignola     

(Direttore del Dipartimento di Archeologia Sociale e educazione al Patrimonio Culturale del CSC e docente nel Master Archeologia Giudiziaria e Crimini contro il Patrimonio Culturale e direttore dell'Osservatorio Internazionale Archeomafie)

#csc #masterarcheologiagiudiziaria #liberarcheologia #bibliotecahicscrptasunt #educazionepatrimonioculturale #comunicazionepatrimonioculturale

 

 

 


                                



 

 



 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

                                                                                                                                                          


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