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Delenda America. Iperterrorismo islamista e anomia internazionale |
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Delenda America. Iperterrorismo islamista e anomia internazionale Con l'11 settembre 2001 l'iperterrorismo islamico ha perfezionato il suo proclama Delenda America ed ha dimostrato che la sua minaccia si estende in effetti a tutto il mondo occidentale attaverso il ricorso a metodi stragisti, indifferenti ai principi del diritto bellico internazionale; metodi che aprono la strada alle così dette guerre asimmetriche. Il terrorismo internazionale tende a destabilizzare la sicurezza mondiale, si autolegittima "neutralizzando" le vittime in nome di pregresse "ingiustizie" e di principi religiosi manipolati ad esaltazione di violenze da esercitare sulle popolazioni civili, foraggiato e nascosto da Stati "furfanti" (o rogue States ). Nel volume si propongono spiegazioni del fenomeno, la critica alle sue giustificazioni, le prospettive di un relativo contrasto. La spiegazione del fenomeno è proposta utilizzando classiche teorie di Durkheim e Merton trasposte dal piano di una singola società a quello internazionale: i paesi arabi, che soffrono una acuta e persistente crisi economico-sociale, come documentato da note ricerche Onu, non sopportano il loro gap attuale rispetto ai paesi più sviluppati, gap psicologicamente amplificato dalla memoria di antichi fasti storici e conducente a comportamenti anomici omicidi e suicidi. La critica interessa la valutazione delle argomentazioni per le quali la superiorità tecnologica ed economica dell'Occidente è ascritta al colonialismo ed all'"imperialismo" e non a sue migliori fortune ed a suoi migliori modelli socio-politici ed economici. Riguarda la manipolazione della religione islamica, nel cui nome si invoca una mobilitazione simile a quella dei proletari di marxista memoria, fino a spingere al "martirio"suicida, anche se negato dal Corano. Questa manipolazione costringe i nostri Paesi a porre un sempre maggiore numero di sentinelle e poliziotti a centrali atomiche, metro, aerei, proponendo una riflessione sulla vulnerabilità delle società democratiche. La prospettiva è vivificata dalla presenza di civiltà che si pongono come diverse da quelle in cui sono presenti pretese islamocentriche invocanti una shari'a, o legge islamica, che appunto non da tutti è condivisibile; è prospettiva viva di solidarietà internazionali statali e transnazionali, pubbliche e private, antiterroristiche, pacifiche, cooperative per lo sviluppo umano più diffuso, ostili a massacri, guerre, distruzioni inutili di ricchezze, ecc. Le conclusioni sono stimolo per una riflessione sul diritto come regola della collettività internazionale contro l'arbitrio di parte eretto a violenza politica; e sul contrasto non solo fisico, al terrorismo, ma anche critico e dialogico.
Indice: L'escalation del terrorismo internazionale islamista. I temi di fondo (Premessa: il terrorismo internazionale dopo l'11 settembre 2001; Un approccio sociologico al tema. Etica islamica, fondamentalismo e spirito del terrorismo islamista; L'escalation del terrorismo internazionale islamista come causa di guerra asimmetrica, senza limiti, con abolizione delle "REGOLE"; La teoria ecologica e quella mertoniana della devianza applicata al terrorismo islamista internazionale; Delenda America. Scontro di civiltà, guerra di religione o esorcizzazione araba della propria secolarizzazione?; Il terrorismo islamista tra machiavelliche contraddizioni valoriali e risultati negativi o improbabili. No alla guerra giusta e sì al terrorismo giusto?; Contrasto fisico e contrasto critico e nonviolento al terrorismo: dall'ombra di Norimberga alla legalità ed alla solidarietà internazionale) Iperterrorismo islamista e anomia internazionale (Introduzione; Iperterrorismo islamista e teorie sociologico-criminologiche; Contrasto all'iperterrorismo: centralità della norma terziaria per il relativo supporto; Categorie di analisi del terrorismo; L'eziologia dell'iperterrorismo. Dall'anomia nazionale all'anomia internazionale. Suicidio anomico dei kamikaze islamisti?; I dati empirici dell'interpretazione dell'iperterrorismo islamista come esito di anomia internazionale; La neutralizzazione della vittima ovvero l'autolegittimazione islamista tra giustizialismo stragista e suicidi politico-religiosi. Neotaglione e nuove stragi degli innocenti; Prospettive islamiste; Politiche criminali e nuovi modelli normativi per una coesistenza internazionale pacifica nell'era del proclamato pluralismo culturale e della globalizzazione)
Islamocentrismo ed "Impero" (Verso l'"Impero"?; Globalizzazione e standard legislativi, giurisdizionali ed amministrativi; La globalizzazione tra "Impero" e "moltitudine"; L'"Impero" inutile e violento: la "resistenza"della "moltitudine" prima del "potere"? L'iperterrorismo islamista come "resistenza" della "moltitudine"?; Gli apparati dell'Impero: polizia e amministrazione; Impero, Weltrepublik, Onu; Concludendo. L'iperterrorismo islamista come "moltitudine" senza progetto politico tra religione senza libertà e politica internazionale "clandestina" delle stragi e della distribuzione delle ricchezze)
A mò di conclusione. Legalità e virtù della nonviolenza (L'iperterrorismo islamista e gli altri terrorismi politici islamicamente ispirati. Prospettive di dialogo e di contrasto: fini, mezzi, valori, costi; Iperterrorismo come guerra civile nel villaggio globale?; L'iperterrorismo come guerra civile nel villaggio globale?; L'iperterrorismo islamista di fronte alla pace internazionale; Solidarietà all'iperterrorismo? Legalità internazionale e cultura della nonviolenza; Cerere e Marte: il contesto teorico e sociologico-giuridico della nonviolenza; Dalla nonviolenza solitaria a quella organizzata. Modelli all'inizio del XXI secolo; La nonviolenza tra sale della terra e riespansione della società; La virtù della nonviolenza tra virtù cardinali, virtù teologali e Jihad
Appendice Dichiarazioni e fatwa attribuite a Osama Bin Laden. Documenti
Dal testo pubblicato si traggono le seguenti note biografiche degli autori: Romano Bettini insegna Sociologia del diritto e Criminologia alla Facoltà di Sociologia dell'Università di Roma "La Sapienza", ed ha insegnato Scienza dell'amministrazione alla Facoltà di Giurisprudenza della stessa Università, alla Facoltà di Scienze politiche all'Università di Messina, ed alla Scuola superiore della Pubblica Amministrazione, di cui è stato docente stabile.È membro straniero dell'Accademia russa delle scienze naturali, da cui è stato decorato per il suo contributo allo sviluppo della scienza e dell'economia. Tra le sue principali pubblicazioni : Il circolo vizioso legislativo (Angeli, Milano, 1983); Legislazione e politiche in Italia . Razionalità, efficacia e modernizzazione imperfetta (Angeli, Milano, 1990); L'Urss nell'epoca di Gorbacev. Modernizzazione politica e apparato di Stato negli anni 90 (con prefazione di V.Strada, ed. Europa, Roma, 1991); Processi legislativi e teoria generale della funzione del diritto , in collaborazione con S.Bobotov (ed.Bentham, Roma, 1994); Istituzioni e società in Russia tra mutamento e conservazione (atti del I Convegno italo-russo sulla transizione post-sovietica, Angeli, Milano, 1994); La transizione russa nell'età di El'cin (atti del II Convegno italo-russo sulla transizione post-sovietica, Angeli, Milano, 1998); Burocrazia tra diritto, politica e corruzione (Angeli, Milano, 1998); Sociologia del diritto positivo (Angeli, Milano, 1998); Sociologia del diritto amministrativo (Angeli, Milano, 2000); Russia: sociologia del sommerso (Angeli, Milano, 2001). Per il settore militare ha pubblicato alcuni articoli sulle Forze armate russe ed il volume Peacekeeping. Polizia internazionale e nuovi ruoli militari tra conflitti etnici, terrorismo, criminalità organizzata , Cemiss, Roma, 2001.
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