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Gli Esperti scrivono
Una ragazza è stata lapidata ed anche io ho lanciato la mia pietra! di Claudio Mariani  



Una ragazza è stata lapidata ed anche io ho lanciato la mia pietra! - di Claudio Mariani

In questi giorni un’altra ragazza è stata uccisa a colpi di pietra perchè colpevole di un amore malato.

Immediatamente si è rimessa in moto la macchina dello spettacolo: studi televisivi affollati da psicologi, criminologi, giudici, scrittori, giornalisti e opinionisti ci hanno spiegato con straordinaria lucidità tutto quel che è accaduto, dove e perché.

In poco più di 24 ore abbiamo appreso tutto di questa storia: che è maturata in una di quelle periferie  dove vivono persone della cui esistenza sappiamo solo in queste circostanze, che nell’ambiente dove i protagonisti sono nati e cresciuti è spesso difficile comprendere il corretto significato di un legame affettivo, che le rispettive famiglie belligeravano da mesi tra loro,  che esistevano precedenti  di aggressività e documenti filmati di aggressioni, che sui loro profili face book venivano puntualmente annotate tutte le cronache predittive di una tragedia già tragica ancora prima del suo epilogo, che le autorità e le istituzioni erano state informate da tempo sul fatto che questa bomba era stata già innescata e che se ne attendeva solo la deflagrazione!

E  la deflagrazione è puntualmente arrivata mietendo le ennesime e innumerevoli vittime, perché in effetti di molte vittime e non di una sola dobbiamo annotare il dolore: la ragazza che è stata assassinata, il suo carnefice che è diventato il mostro di questi giorni, le loro famiglie che hanno entrambe perso un pezzo, i quartieri dove queste storie maturano che vengono additati come ambienti degradati, le persone vicine e gli amici che vengono giudicati come incapaci di prevenire la tragedia annunciata.

Poi ci saranno i funerali, forse anche qualche fiaccolata, qualche politico di turno ribadirà la necessità di pene più severe, qualcun altro aggiornerà la statistica annuale dei femminicidi … poi si chiuderà il sipario e saremo tutti pronti per la prossima storia che probabilmente seguirà lo stesso identico copione.

Anzi no, la storia verrà aggiornata da tutti quei passaggi riguardanti il diffuso auspicio di una condanna esemplare che possa costituire per tutti noi una sorta di terapia del dolore, per lenire le nostre insicurezze o addirittura le nostre paure perché può accadere che anche nostra figlia si possa innamorare di un balordo!

Dopo di che l’oblio!

Mi chiedo perchè quando le tragedie si consumano sappiamo in poche ore tutto di tutti e gli esperti brillano per le loro capacità e le loro competenze? E perchè invece tutto quel che avviene prima, pur essendo quasi sempre già noto non venga mai ascoltato come dovrebbe?

Questa estate i vigili del fuoco non sono mai andati in ferie per l’emergenza incendi; spesso neanche i medici e gli infermieri perché gli ospedali sono intasati da emergenze sanitarie; ma la storia di questa ragazza non è anch’essa sintomo di un’emergenza?
Troppo facile o quantomeno troppo riduttivo oggi parlare di colpe dei ragazzi immaturi, delle famiglie inadeguate, dei quartieri depressi … e le istituzioni dove sono? Erano in ferie?
E dove è la comunità? Dove siamo noi?

Una ragazza è stata lapidata come avviene ancora oggi in alcune parti del mondo che consideriamo incivili ma purtroppo penso di aver lanciato anche io la mia pietra per ucciderla, perché anche io non ho fatto nulla per salvarla!

(Claudio Mariani - Avvocato - Criminologo - Direttore Area Criminologia del CSC - Direttore del Dipartimento di Vittimologia e di Studi Penitenziari  del CSC - Direttore del corso di Educazione al Diritto e Criminologia presso la C.C. di Viterbo )


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