Il giallo di Gradoli a Storie maledette con Franca Leosini - di Claudio Mariani Domenica 25 marzo 2018 è andata in onda su Rai tre l’intervista che la brillante conduttrice di questa storica trasmissione ha realizzato presso la Casa Circondariale di Viterbo con Paolo Esposito, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Tatiana ed Elena Ceoban, entrambe scomparse da Gradoli il 30 maggio 2009. Come sempre, con il consueto stile elegante e garbato della giornalista, sono state ripercorse tutte le tappe della triste vicenda con meticolosa attenzione e seguendo scrupolosamente quanto contenuto negli atti processuali e non nell’immaginazione di improvvisati opinionisti come troppo spesso accade in altri circuiti mediatici; tutti sosteniamo che i processi si celebrano nei tribunali e non negli studi televisivi ma di fatto non è così e Franca Leosini propone solo storie ormai definite anche sul piano processuale. Ma la sua storica trasmissione non intende rimarcare quanto è stato già ampiamente giudicato, quanto quel che non si è ancora mai capito a proposito dei suoi protagonisti, siano esse vittime o carnefici, ma comunque uniti dalla tragedia. Anche in questa circostanza infatti non c’è stato alcun accanimento per indagare “come” si siano svolti i fatti (che è mestiere degli inquirenti), quanto il “perché” dei comportamenti di uomini e donne dei nostri tempi. Tatiana, una giovane donna che aveva solo il desiderio e la gioia di crescere le sue due figlie, sua sorella Ala che le ruba il progetto di vita costruito faticosamente in Italia, Paolo che è capace di amare come genitore ma che troppo spesso confonde il senso della parola amore, la prima figlia Elena che ha smesso di sognare il suo futuro quella tragica notte e la seconda figlia Erika che in un’ora ha visto andare in frantumi tutti i pezzi della sua famiglia. Questo e tanto altro ha voluto raccontare domenica sera Franca Leosini, entrando più nell’anima delle persone piuttosto che nelle modalità della vicenda, con discrezione e rispetto ma senza rinunciare a cercare una possibile verità nascosta, nascosta dietro uno sguardo, una lacrima, un silenzio. Durante la trasmissione sono intervenuti l’Avv. Enrico Valentini del collegio di difesa dell’imputato che ha sottolineato i lati oscuri di questo caso (e che forse rimarranno per sempre tali) e il dr. Claudio Mariani del Centro Studi Criminologici di Viterbo: quest’ultimo non ha mai seguito le indagini a suo tempo ma solo successivamente alla condanna di Esposito ne ha potuto ricostruire il profilo e durante la trasmissione ne riporta un’immagine lontana da quel torbido intrigo nel quale molti attingevano solo spunti morbosi. A che serve oggi fantasticare sui dettagli che nulla possono aggiungere alla ricostruzione storica di questa tragedia? Due donne sono sparite e non ne sono mai stati trovati i corpi .E’ un’operazione terribile, da professionisti del crimine. Ci sono solamente due percorsi utili per non rimanere impantanati dentro le sabbie mobili del passato: una prima strada alla ricerca di nuovi elementi concreti che possano illuminare le ampie zone d’ombra rimaste; una seconda possibilità è cercare di sostenere il futuro di alcuni protagonisti di questa triste storia a cominciare dalla piccola Erika rimasta sola senza un perché e poi Paolo che sebbene condannato è ancora il padre di questa bambina che cresce e che un giorno forse chiederà sue notizie. Non a tutti i “come” di queste brevi riflessioni ma, a tutti i suoi “perché” il Centro Studi Criminologici continuerà a prestare attenzione. (Claudio Mariani - Avvocato - Criminologo - Direttore Area Criminologia del CSC - Direttore del Dipartimento di Vittimologia e di Studi Penitenziari del CSC - Direttore del corso di Educazione al Diritto e Criminologia presso la C.C. di Viterbo ) Pubblicato su Tuscia Times.ue
|