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Teoria e pratica dell'Omicio Seriale |
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Gli Autori hanno messo a frutto l'esperienza maturata in istituzioni giudiziarie e psichiatriche per delineare una possibile strategia preventiva nei confronti dei comportamenti violenti in generale e, in particolare, di quelli più organizzati ed efferati, tipici degli omicidi seriali. Allo scopo, hanno effettuato una minuziosa ricerca sulle vicende dei più celebri Serial Killer che hanno operato in diversi contesti geografici e sociali, in modo da rintracciare elementi comuni la cui identificazione possa essere utilizzata per mettere in atto un tempestivo intervento terapeutico. Il libro si articola in due parti. La prima "La Teoria", comprende 22 capitoli. Gli autori affrontano la relazione omicida-vittima,l'aggressività e la predazione,la sessualità e le parafilie, fornendo una prima definizione del D.SECS (Disturbo Seriale Evolutivo della Condotta Sessuale), proseguendo con l'inquadramento nosografico del D.SECS secondo i criteri del DSM-IV. Si occupano della Ritualità e del controllo delle emozioni, dello sviluppo affettivo e degli eventi stressanti "abituali", di quelli "eccezionali", delle fantasie sessuali, del sadismo, necrofilia e del cannibalismo. Presentano gli aspetti antropologici del cannibalismo e del paracannibalismo; gli aspetti sociali e transculturali delle condotte parafiliche e delle monomanie; le parafilie atipiche, i comportamenti dipendenti con gli aspetti neurofisiologici; il D.SECS comportamenti dipendenti ed eventi stressanti; il D.SECS e le lesioni organiche cerebrali, fornendo una ulteriore definizione del Disturbo Seriale Evolutivo della Condotta Sessuale. Proseguono con la vittimologia nel D.SECS, con le fasi dell'approccio alla vittima nel D.SECS: le strategie. Gli autori si soffermano sugli Spree Killer, Mass Murderer e Serial Killer; sui Serial Killer (SK) organizzati e disorganizzati; sul D.SECS e malattie mentali fornendo uno schema di relazione. La seconda parte "La Pratica", si articola in 17 capitoli. Gli autori trattano dei SK disorganizzati. Dei SK organizzati: Estroversi-Narcisisti singoli ed in coppia; rurali. Dei SK organizzati Introversi-Ossessivi: Europei, Americani,Australiani, "politici", "terzomondisti""dinamitardi", "avvelenatori", "Angeli della Morte". Dei SK "storici", pedofili infanticidi, "ignoti", delle Sette e degli omicidi-suicidi di massa. Il testo si conclude con il capitolo "Prevenzione, terapia e sanzione", in cui gli autori non danno risposte precostituite pretendendo di "guarire" i SK, ma promuovono un fertile percorso verso la tanto auspicata "prevenzione primaria".
Dal testo pubblicato si traggono le seguenti note biografiche degli autori: Giuseppe Magnarappa, è specialista in Neurpsichiatria; attualmente è Dirigente Responsabile del Centro di Salute Mentale di Guidonia-Montecelio (ASL RM G). E' autore di numerosi lavori scientifici a contenuto psichiatrico e criminologico scritti in colaborazione con la dott.sa Daniela Pappa, tra cui "Il diario di Jack lo Squartatore: valutazione criminlistica dell'attualità di un mito", in " Rassegna Italiana di Criminologia" (1996). Ha pubblicato inoltre il saggio "I volti della paura. Psicopatologia del Cinema del terrore" (Firenze 1998). Daniela Pappa, psicologo e psicoterapeuta, è attualmente Psicologo Dirigente presso il Centro di Salute Mentale di Guidonia-Montecelio (Roma). Oltre a numerosi lavori scientifici scritti in collaborazione con il dott. Magnarapa, è coautrice, con la dott.ssa Maria Grazia Di Stefano, del saggio "Personalità psicopatiche" (1983)
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