Le vittime dell’indifferenza - di Claudio Mariani

Può sembrare strano che i criminologi si occupino di una vicenda apparentemente estranea ad azioni criminose ma il nostro Centro Studi non può trarre spunto solo dai manuali e a nostro modesto avviso ha il dovere di riflettere ogni giorno sui nostri tempi: la più recente branca della criminologia infatti mette al centro dei propri studi la vittima e spesso è proprio la nostra indifferenza a generare le condizioni per le quali si può diventare vittime …
In questi giorni seguiamo tutti con attenzione due storie che in qualche modo stridono non poco per la loro peculiarità anche se gli ambiti in cui sono maturate sono profondamente diversi.
Nell’incendio della “torre di Londra” sono morti due ragazzi italiani di 27 anni, entrambi architetti con un brillante curriculum che non è stato purtroppo riconosciuto dal Paese dove sono nati e dove si sono formati: sono dovuti fuggire all’estero per non pesare sulle loro famiglie e per guadagnare qualcosa in più dei soli trecento euro che erano stati loro offerti per rimanere in Italia.
Negli stessi giorni un altro ragazzo di 18 anni, certamente dotato di un grande talento sportivo e già ai vertici della sua attività, ha deciso di non accettare l’offerta economica della società che lo ha formato, che gli ha offerto “solo” 5 milioni netti a stagione per cinque anni e intende quindi mettersi sul mercato a disposizione delle tante società straniere che offriranno al talentuoso ragazzo guadagni indubbiamente superiori (secondo quel che riportano i media sull’argomento).
Non sta certo a noi giudicare le scelte certamente lecite di chiunque, ma è nostro dovere proporre una riflessione sui nostri comportamenti per capire le dinamiche che animano questa strana società in cui viviamo; premesso che la meritocrazia deve ispirare qualunque settore, sportivo o professionale che sia, sembrerebbe che nel caso del ragazzo diciottenne tali meriti siano stati riconosciuti e apprezzati: guadagnare 25 milioni di euro a 23 anni (5 mln x 5 anni) è certamente un privilegio di pochissimi ma per qualcuno evidentemente non bastano per rimanere nel proprio Paese.
Concentriamoci adesso sulla vicenda dei nostri due ragazzi in fuga dal Paese che non ha riconosciuto e apprezzato il loro merito e il loro valore e sentiamoci un po’ tutti responsabili, perché se è vero come è vero che sono rimasti vittime del fuoco, è altrettanto vero che sono anche vittime della nostra indifferenza e di quella incomprensibile dinamica che ci consente ogni giorno di tollerare la fuga di tanti nostri ragazzi incompresi e di considerare invece normali altre situazioni paradossali.
Ribadiamo che non è assolutamente nostra intenzione giudicare nessuno, ma consentiteci quantomeno di non essere d’accordo!

(Claudio Mariani - Avvocato - Criminologo - Coordinatore Dipartimento di Criminologia , Sociologia della Devianza e Comunicazione del CSC - Direttore del corso di Educazione al Diritto e Criminologia presso la C.C. di Viterbo)